giovedì 3 dicembre 2015

Sulla naturalezza con cui scrivo in versi

Mi chiedono spesso come faccio a scrivere in versi e la risposta è piuttosto semplice: non lo so, non ne ho idea. Scrivo in maniera istintiva e non uso particolari tecniche. Scrivo e basta. Mi viene naturale.

Scrivo così, è il mio stile ed anche i miei articoli (che sono una cosa diversa dalle cose in versi) risentono di questa maniera di scrivere un po' insolita e abbastanza difficile da etichettare.

Non credo di essere una cima nella scrittura, non ho una così alta considerazione di me e di quello che scrivo, ma c'è chi dice che io sia bravo. Non amo le ipocrisie e sinceramente ammetto che i complimenti mi fanno piacere perché so che vengono da persone che non è che ne fanno molti. Se dicono una cosa è perché la pensano.

Allo stesso tempo, però, resto con i piedi per terra e dico anche che non mi sembra di essere così bravo come molti dicono.  Non mi riconosco tutto questo gran talento, ma forse c'è una ragione: non faccio il minimo sforzo per scrivere in questo modo.

Nella mia testa mi immagino i poeti e i cantautori (che, poi, sono sono i poeti del nostro tempo) che passano ore ed ore a scervellarsi su un testo o anche soltanto su una parola. A me, di solito, questo non succede. Di solito in pochi minuti scrivo e raramente ritocco quello che ho fissato in versi. Ancor più di rado mi ci vuole più di dieci minuti per creare qualcosa in versi. Se nasce, scorre da sé. Se non nasce, non lo faccio nascere per forza.

Forse è proprio per questo che non mi definisco poeta e non definisco poesie le cose che scrivo in versi. Mi sembra che escano fuori in maniera troppo spontanea e naturale perché possano essere definite poesie. 

Magari sbaglio, magari hanno ragione loro e sono un poeta o forse un artista. Non lo so. Anche perchè, spesso, per ammettere certi aspetti positivi di me stesso mi ci vuole che qualcuno mi ci faccia sbattere il muso in maniera incontrovertibile. Spesso capita di aver bisogno di qualcuno che mi dica "Guarda che questo lato di te è un pregio, non un difetto" perché smetta di vederlo come qualcosa di negativo.

In questo è determinante il ruolo di chi ho intorno, di quegli amici e quelle amiche che riescono con la loro sensibilità ad entrare nella mia anima. Allor semplicemente, senza giri di parole che non avrebbero senso, voglio dire grazie a chi mi apre gli occhi. Grazie davvero.

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