martedì 15 marzo 2016

Seguo l'istinto, spicco il volo

Non ho voglia di scrivere in versi. E' come se in questo momento la scrittura fosse un limite per me. Ne parlavo la notte scorsa con una persona che è al contempo profonda e lieve, una persona che mi accresce con cui ho un buonissimo scambio di energia che mi fa bene.

Cosa è venuto fuori? Parlando con lei in questo periodo mi sono reso conto che non avevo torto quando sostenevo (e sostengo tuttora) che è tutta una questione di linguaggio. Ogni emozione deve essere espressa con il proprio linguaggio: ci sono emozioni che escono fuori meglio con una cosa in versi, emozioni che escono fuori meglio con la musica, emozioni che escono fuori meglio con un disegno o un dipinto ed anche emozioni che escono meglio soltanto con un semplice e sincero silenzio.

Mi sta succedendo in questo momento: non ho voglia di scrivere. Può durare un giorno come una vita, ma quello che ho dentro adesso sento che non deve uscire con una chiamiamola poesia e nemmeno con un racconto.

Ho voglia di dipingere, ma anche di urlare quello che ho dentro, ho voglia di silenzio e di un sorriso timido cercando di guardarmi negli occhi con la persona giusta. Ho voglia di libertà e la scrittura, in questo momento, per me è un limite.

Strano per me che ho sempre scritto forse anche troppo, sorprendente forse per qualcuno (meno per chi mi conosce bene), ma sto sentendo l'esigenza di provare a percorrere strade diverse.

E' tutta questione di istinto: è importante l'istinto, penso che sia di vitale importanza l'istinto. Per troppo tempo mi sono frenato per paura di travolgere gli altri con la mia energia. Questa volta no, questa volta sento che la mia energia non travolge ma si amalgama con quella di qualcuno che può comprenderla ed accrescerla. E' bello così, è giusto così. Mi piace.

Ieri sera mi è preso un attimo di paura, ho vacillato (sono umano, vacillo anche io nonostante che per qualcuno sia una specie di supereroe) ed ho temuto che il bel momento che sto vivendo potesse svanire come ogni altra volta. E' bastata una frase, un consiglio saggio, una canzone per far allontanare quelle nuvole che non voglio più intorno. E' tornato il sole. E' tutto vero e non ho paura. 

Non travolgo chi non vuole essere travolto, travolgo chi non comprende la mia energia. Questo, però, non è un problema mio. Forse stanotte l'ho capito per la prima volta, forse stanotte mettendomi virtualmente a nudo ho distrutto un pezzo importante di quel guscio che mi impedisce di sbocciare in maniera completa. 

Qualcosa sta cambiando, qualcosa è cambiato. Mi sento compreso ed è come se stessi aprendo le ali, è come se avessi capito come fare per aprirle. Le nuvole torneranno, ma indietro non torno. Sento qualcosa dentro di me che è forte, potente, inedito e limpido come non è mai stato in tutta la mia vita. Seguo l'istinto, spicco il volo. Cadrò, ma intanto volo.

sabato 12 marzo 2016

Canto di primavera

Spesso ci dimentichiamo dell'importanza dei sensi. Li diamo per scontati, è inevitabile. Siamo abituati a loro al punto che neanche avvertiamo la loro importanza però poi succede che arriva quel momento in cui ci accorgiamo di loro... eccome se arriva quel momento! "Arriva all'improvviso, arriva come il mare e non sai mai da dove" come dice una bella canzone del Banco del Mutuo Soccorso.
 
Nel mio piccolo ho sempre cercato di dare importanza ai sensi, a tutti e cinque i sensi, ma in questo momento li sto rivalutando in maniera molto intensa come forse non avevo mai fatto in tutta la mia vita.

Penso che nelle relazioni umane siano importanti tutti i sensi per far sì che si possa parlare di vera conoscenza. Mi sto accorgendo sempre di più del fatto che i rapporti con le altre persone coinvolgono in maniera potente i cinque sensi. Non è molto diverso dall'assaporare del cibo: anche in cucina sono coinvolti tutti i sensi, non soltanto il più evidente ovvero il gusto.

La cucina è fatta di odori, di palato, di colori, di contatto fisico con ciò che si mangia e che costituisce il nostro nutrimento, di udito... La stessa cosa accade con le persone ed anche in questo caso si tratta di nutrimento. Forse si tratta della più alta forma di nutrimento perché arricchisce il nostro spirito, la nostra anima, la nostra essenza, la nostra intimità.

Godiamo delle persone che ci danno nutrimento e che ci arricchiscono, non delle persone che non ci trasmettono nulla. Quelle esistono nella stessa maniera in cui esiste un piatto che non ci aggrada o che dobbiamo mangiare per obbligo.

Non sempre è possibile nutrirsi di persone gustose, non sempre e possibile stabilire un contatto con loro ma quando accade ecco che l'esplosione di sensi ci pervade e stiamo bene sentendoci appagati e stimolati a nutrirsi ancora di loro.

La cosa diventa ancora più potente quando ci accorgiamo di avere a che fare con persone che gustano ciò che stiamo loro donando. A quel punto il piacevere diventa massimo e porta alla felicità di donarsi con la consapevolezza che si offre viene gradito.

Sono sincero e dico che non amo la compagnia di chiunque. Non mi piace avere intorno persone tanto per il gusto di essere circondato da numeri. Preferisco il contatto di pochi, ma che sia un contatto che mi nutre. Il contatto è importante e non mi va di svilirlo, perciò cerco di donarmi a chi può comprendermi.

Non è stato sempre facile farlo ma con il passare del tempo sto rendendomi conto sempre di più che non posso essere per chiunque e questo non è un difetto. Come dico spesso: sono di nicchia, non sono per tutti e questo mi accorgo sempre di più che è un pregio. Sono come certa musica: non sarò mai mainstream, ma va bene così. Non inseguo la massa, non seguo la corrente. Sono così, non cambio per compiacere qualcuno.

In questo periodo sto tagliando rami secchi ed è un processo faticoso perché non rinnego quanto di buono mi abbiano date alcune persone che ora non fanno più parte di me (o ne fanno parte in maniera ridimensionata), sto ridisegnando la mia vita ed è un periodo di grandi manovre che serve e servirà a farmi crescere. Diciamo che sono come un albero che cambia le foglia, sono un serpente che fa la muta. Esperienze forti, spesso traumatiche, ma necessarie.

Non sono una persona che butta via chi non gli occorre più, non lo sono mai stato e non voglio diventare così, ma a volte è necessario sfrondare per far riprendere vigore alla pianta. Siccome la pianta in questione sono io, avrei piacere di non essere come certi alberi rinsecchiti che si vedono in giro. In quel modo si muore ed io non ho troppa voglia di morire.

Ultimamente ho riscoperto una canzone: Nel cuore, nell'anima. Sì, proprio la canzone di Battisti che ha cantato anche l'Equipe 84. C'è una strofa che dice "Nel mio cuor, nell'anima tra fili d'erba vedrai ombre lontane di gente sola che per un attimo è stata qui e che ora amo perché se n'è andata via per lasciare un posto a te". Queste parole sono la fotografia di quello che sta accadendo in me.

Non ho mai amato mendicare il contatto con le altre persone e questo mi ha portato sempre di più a dare il giusto valore a chi sceglie di starmi accanto anche se sono pieno di difetti che cerco costantemente di migliorare.

Il contatto è importante, oserei dire fondamentale, ed in questo momento sento di avere accanto qualcuno che mi fa bene. Sento che finalmente sto avendo il giusto scambio di energia con chi mi dà nutrimento e non spreca quello che offro. Non è poco. Penso che sia una delle sensazioni più belle che abbia mai provato: non mi sento inutile. Non mi è capitato spesso di sentirmi così. Sono contento.

martedì 8 marzo 2016

8 marzo, festa della donna

Auguri alle donne che lottano, auguri alle donne che faticano ad affermarsi, auguri alle donne discriminate, auguri alle ragazze dalle guance di pesca, auguri alle donne che avrebbero tutte le ragioni del mondo a volersi sentire amate.

Per me l'otto marzo è una festa sacra, una festa comandata, una festa seria. Non me ne frega niente di chi la svilisce, la festeggio a modo mio nella maniera più pura possibile perché è una festa che dovrebbe essere celebrata anche da noi uomini se davvero amiamo le donne. Non solo oggi, ma sempre.

E' comodo (e anche piuttosto deprimente) dire di amarle e poi non rispettarle, ma che amore è? Come dice in una canzone Eugenio Finardi "Non può esistere l'affetto senza un minimo di rispetto" ed io sono d'accordo con lui. Il rispetto viene prima di qualunque altra cosa, il resto è una conseguenza.

Amo le donne, sono attratto da loro e dal loro affascinante universo e credo che discriminare le donne sia una delle cose più schifose eppur ampiamente praticate da delle emerite teste di cazzo che a parole spesso dicono anche di amarle. 

Non riuscirei a trattarle mai come oggetti, a non rispettarle. Non riuscirei a non rispettare ciò che amo di più in assoluto. Semmai ho il problema che a volte le rispetto troppo, ma mai troppo poco.

L'otto marzo per me è tutto l'anno e chi mi conosce sa che è la pura e semplice verità. Non c'è retorica nelle mie parole e nei miei pensieri, non c'è mai. Sono una persona estremamente vera e scomoda, sono impopolare, anacronistico e strano ma mi riconosco un onesto tentativo di essere il più coerente possibile: non avrebbe senso celebrare la donna l'otto marzo per poi dimenticarsene il nove. 

Non avrebbe senso scrivere per loro in versi, dedicare loro canzoni e poi non rispettarle con piccoli e continui gesti concreti ogni giorno dell'anno. Teoria e pratica devono coincidere: se non coincidono è aria fritta e a me fritti mi piacciono più i carciofi che l'aria. La demagogia, le frasi e i link ad effetto li lascio agli altri. A modo loro facciano loro, io faccio a modo mio.

Per questo oggi faccio gli auguri alle donne, a quelle donne che cercano con immensa fatica e con immane forza di trovare il loro lato più vero, la propria intimità, la loro vera essenza, il loro essere se stesse al cento per cento.

giovedì 3 marzo 2016

Nove minuti

Ci sono momenti in cui salta il tappo e si parla a cuore aperto, senza filtri e senza censure. Non capita spesso, ma a volte si avvere la necessità di farlo ed allora ecco che cambiano in un attimo gli scenari.

Serve a liberarsi di tanti pensieri dannosi che opprimono e che fanno vivere male il proprio tempo. Aprirsi con la persona giusta serve, serve eccome.

Il mio periodo bello e positivo, nonostante le difficoltà, prosegue e voglio gustarmelo fino in fondo anche se non è facile. Niente deve inquinarmelo, nessuno ha il diritto di sporcarmelo: è una svolta decisiva quella che sto vivendo e voglio sia una svolta vera. 

Sono sempre più convinto di certe scelte che sto facendo ed una chiacchierata ieri sera mi ha aperto definitivamente il cuore.

Nove minuti

Onnivoro
ma non per questo
mi nutro di ogni gesto
non per questo
riservo le mie energie
ai quattro venti
sprecando il tempo
i miei momenti
con fango e carte
imbrattate di olio.

Onnivoro
come una spugna
che assorbe i giorni
resto seduto
osservo il cielo
con la mia penna
sempre in agguato
alla ricerca
di un sentimento
come cuscino.

3 Marzo 2016
ore 12.23
Grosseto
Casa mia