mercoledì 27 gennaio 2016

Lo sconforto di un antirazzista

Nel 2016 il razzismo è sdoganato sulla stampa, a livello istituzionale, nei discorsi e nelle opinioni della gente. 

Questa è la realtà dei fatti e per rendersene conto basta aprire qualunque giornale, guardare la televisione o anche dare un'occhiata a troppi post che si leggono su Facebook.

Non serve assolutamente a niente la giornata della memoria che si celebra oggi perché chi ricorda parla a se stesso e non basta certamente una giornata a tenere viva la memoria.

La memoria si esercita più con le azioni che con le parole ed i fatti ci parlano di un razzismo sempre più imperante nella "civile" Europa che erige muri e fili spinati in successione. Non fatemi parlare poi, a proposito di muri, della questione palestinese. Mi ci incazzerei e basta.

Basta ipocrisie, per favore! Meno giornate della memoria, meno giornate dei disabili, meno giornate di qualsiasi cosa che servono soltanto a lavarsi le coscienze e più azioni reali e concrete di profondo antirazzismo, più educazione reale e concreta nelle menti dei giovani, più decisione contro i razzisti!
 
Il razzismo è stato sdoganato proprio perché si è pensato di riporlo nella teca di un museo come qualcosa di lontano mentre è un germe sempre in agguato, un tumore maligno che appesta anche la nostra epoca!

Non è con le giornate della memoria che si diventa antirazzisti, non è con i bei discorsi che si diventa antirazzisti: sarebbe bello se fosse così, ma le parole le porta via il vento e le giornate diventano soltanto l'occasione per dire "Una volta all'anno se ne parla" (perché se ne deve parlare) e finirla lì.

L'antirazzismo è militanza continua e costante, è non dare tregua nel denunciare le continue discriminazioni, è ribadire con azioni concrete quanto facciano schifo i razzisti, è farli sentire quello che sono e farli ragionare sullo schifo che fanno.

Se bastasse una foto di un lager, se bastasse la visione di un filmato d'epoca e se bastasse andare a visitare un campo di sterminio il mondo sarebbe migliore ma non è così e lo dimostra il fatto che da anni vedo partire ragazzi delle scuole per i cosiddetti viaggi della memoria e le nuove generazioni sono sempre più razziste.

Purtroppo chi è antirazzista rimane antirazzista e chi è razzista soltanto in minima parte cambia idea. Magari si rendono conto che quello che hanno fatto più di settant'anni fa nei campi di sterminio è aberrante, ma poi sono primi a dire che i gay fanno schifo e i profughi devono restare a casa loro o a dire "Ce l'ho soltanto con gli zingari" (pardon, gli zingheri...li chiamano così...).

Finché la paura del diverso (di qualunque diverso) non viene superata, il razzismo esisterà sempre. Il razzismo non può essere la normalità, il razzismo va combattuto con tutte le forze. Questa è la sfida da vincere.

No, la giornata della memoria non mi convince. Lo dico da persona che sarebbe stata ammazzata appena giunta in un qualunque lager: finché l'antirazzismo diventa un discorso di maniera, un esercizio di stile e non una continua lotta contro un germe schifoso che va estirpato... beh... serviranno a meno di niente giornate come questa...

martedì 19 gennaio 2016

E se la bellezza fosse una condanna?

Premesso che questo post non è da intendersi in senso personale, visto che non mi sembra di essere esattamente tutta questa gran bellezza, vado a dire la mia su un pensiero che sto facendo: e se la bellezza a volte fosse una condanna?

Mi spiego meglio: siamo la società in cui impera la bellezza e la perfezione, dove se sei diverso dai canoni vieni additato... quindi essere belli e perfetti dovrebbe essere un'arma vincente... e se non lo fosse?

Penso a tante ragazze e a tante donne (ma il discorso credo che valga anche al maschile) che sono oggettivamente belle a livello estetico e vengono ammirate per questo "involucro" più che per il loro reale contenuto. Deve essere una brutta condanna in quel caso essere belli, visto che le persone dell'altro sesso spesso si fermano all'apparenza senza andare a scavare dentro...

Non lo so, penso che se vivessi una situazione del genere e se fossi preso soltanto per l'involucro più che per il contenuto ne soffrirei parecchio... 

Per quanto riguarda me, a colpirmi è l'anima più che l'aspetto estetico. Non che non mi piacciano le donne a livello estetico, ma per me conta più quello che hanno dentro: una donna può essere anche bellissima, ma se non mi "prende" l'anima non riesco a rimanerne attratto. Allo stesso modo mi prende di più una donna che per molti è poco attraente sul piano estetico ma che mi conquista per la sua anima.

Non è retorica, lo vedo e lo vivo da sempre. A conquistarmi è il "dentro" più che il fuori e spesso mi accorgo che il fuori neanche lo guardo. 

Tutto ciò ha una ragione ben precisa: non guardo il fuori per abitudine mia personale, devo sforzarmi per farlo. Questo modo di essere nasce dal fatto che quando ero piccino ero spesso in giro per ospedali ed ho visto di tutto... Per difendermi ho cercato sempre di non guardare l'aspetto degli altri bambini che erano spesso messi male (ma male male davvero). Da lì ho imparato ad andare al di là dell'aspetto fisico ed a guardare l'anima delle persone. 

Giusto? Sbagliato? Non lo so, quello che so è che se fossi bello e mi guardassero solo per il mio aspetto fisico, ne soffrirei. Comunque, il problema non si pone perché non credo proprio di essere bello. Ho altre qualità, ma la bellezza (almeno a livello estetico) non credo che mi appartenga.

lunedì 11 gennaio 2016

Ricordo istantaneo di David Bowie

Scrivo a caldo e scusate il tono abbastanza emozionato. David Bowie ha perso la battaglia che temevo stesse combattendo, il suo silenzio non mi era piaciuto in questi ultimi tempi ed avevo l'impressione che qualcosa non stesse andando per il verso giusto.

Cosa è per me David Bowie? Un genio, ma questo lo sanno tutti. Per me è "Space Oddity" suonata in spiaggia, è "Heroes" allo Jannella, è una passione coltivata quasi in segreto e piuttosto in silenzio rispetto ad altri lati di me che conoscono tutti. 

Forse questa mia passione la conosce davvero appieno soltanto quella persona con cui ho sempre suonato le sue canzoni in spiaggia... Con altri non l'ho mai manifestata troppo, è un lato intimo di me...

David Bowie mi è sempre piaciuto ed ho sempre suonato volentieri le sue canzoni con la chitarra perché lo associo a qualcosa di positivo anche se con una punta di sofferenza che trapela costante. 

Sicuramente sarà stato un tipo non facile, come molti grandissimi artisti, ma non mi interessa l'aspetto umano perché non lo conoscevo di persona e mi interessa soltanto l'aspetto artistico perché è quello che mi ha sempre affascinato.

Ziggy Stardust, ma non solo. Le mille trasformazioni ne hanno fatto un coerente delle variazioni. Era Ziggy Stardust, ma era molto di più e rimarrà molto di più. Era David Bowie in tutte le sue forme.

Il suo corpo è morto, la sua musica no e non morirà finché qualcuno la suonerà e la ascolterà. Io continuerò ad ascoltarla ed a suonarla con il massimo rispetto e consapevole di tutti i miei limiti cercando di non rovinarla troppo.

Mi piacerebbe che ci si ritrovasse con chi condivide questa passione per cantare tutti insieme le sue canzoni come ci riescono...chi ha voglia di farlo?

domenica 10 gennaio 2016

Sfogo di una domenica mattina

Voglia di libertà, voglia di sentirmi libero, voglia di chiudere gli occhi e risvegliarmi nello sguardo di una donna, nel suo abbraccio, in un suo bacio...

Voglia di sentirmi amato, voglia di sentirmi importante per qualcuno in quel senso, voglia di non essere qui ad aspettare di scrivere articoli... 

Voglia di una serata fuori senza pensieri, voglia di una telefonata che mi dica "Ti passo a prendere, si va da qualche parte", voglia di quei discorsi che non hanno bisogno di parole per essere pronunciati e compresi...

In tutta onestà dico che sembrerebbero richieste legittime le mie ma in questa domenica mattina devo non pensarci e stringere i denti, devo lottare contro una sensazione sgradevole che non ha il diritto di scalfire il mio momento positivo. 

Lotto oggi e lotterò sempre contro qualunque tentativo di annientare il mio momento positivo che è iniziato con il nuovo anno. Non mi arrendo ad un momento di smarrimento, non gliela do vinta per nessuna ragione. Non voglio cedere, resisto a tutti i costi.

So di non essere solo, so che questa è soltanto una nuvola passeggera che mi impedisce di vedere il sole. Allora, se serve, che piova... ma dopo voglio il sole...e lo voglio con tutto me stesso, lo voglio davvero.

giovedì 7 gennaio 2016

Tra timidezza e voglia di volare

Riporto ed amplio una riflessione che ho fatto su Facebook oggi. 
 
Non mi sento un eroe e non lo sono, ma se posso dare un sorriso a qualcuno cerco di darlo con tutto me stesso... 

Se posso fare stare bene chi in quel momento è accanto a me, non vedo perché dovrei comportarmi diversamente... 

Non mi interessa essere chissà cosa, mi accontento di essere me stesso con tutti i miei difetti ed i miei pochi pregi cercando di essere una spalla decente per chi vuole appoggiarsi a me... 

A volte sto ore, persino giorni, a pensare ad una persona senza scriverle per paura di dare noia... Ognuno ha la sua vita, non voglio essere invadente o, come si dice in Maremma, "entrante"...

Mi dispiace dare noia e cerco di essere una persona piacevole più che posso con la mia sincerità che può essere anche ruvida... 

Se mi manca qualcuno, prima o poi glielo dico... stessa cosa se voglio bene a qualcuno... magari con fatica e vincendo quintali di timidezza, ma trovo la forza per dirglielo... e in questi casi sono estremamente diretto con il mio carattere sincero e non facile che mi ritrovo... Ha proprio ragione una persona a dire bonariamente che sono un "testone"... Infatti non le do torto!

Un'altra persona mi ha detto più volte in questi giorni che come non giudico gli altri non devo giudicare me stesso e quello che faccio. 

Non è facile: di solito sono abbastanza poco indulgente con me stesso. Devo migliorarmi in questo, devo farlo a tutti i costi. Anzi, se qualcuno mi aiutasse in questa che è una battaglia da vincere mi farebbe piacere.

Ribadisco che non mi sento assolutamente né un grande, né un eroe. Non è falsa modestia la mia e chi mi conosce lo sa. sSmplicemente, faccio tutto con estrema naturalezza al punto che spesso non mi rendo conto del valore di quello faccio e di quello che valgo. 

Per me è tutto normale: è normale donarmi fino in fondo senza riserve, è normale cercare di esserci al massimo delle mie possibilità, è normale mettere il cuore e l'anima in quello che faccio soprattutto se si tratta di donarmi a qualcuno. Mi ci brucio, mi ci faccio male, ma questo significa che sono vivo. 

Nonostante le catene che spesso mi trattengono e che voglio spezzare del tutto per essere libero, voglio volare e ringrazio chi mi aiuta ad essere migliore. Per questo ringrazio spesso le persone anche su Facebook e nella vita reale: per me la gratitudine è una cosa importante e va dimostrata.

lunedì 4 gennaio 2016

Gioia inattesa, sensazione di libertà e buone vibrazioni

A volte basta poco per ritrovare entusiasmo. Basta poco davvero. Il problema è trovare lo stimolo giusto per fare quel salto nel buio che è necessario...

Ci vuole coraggio per buttarsi, ma quando si trova la forza per farlo dopo si sente una sensazione piacevole che è quella che sto provando in questi giorni. 

Sono sereno, sto bene e sto ritrovando un entusiasmo che mi fa bene.Voglio coltivarlo, voglio che non appassisca, voglio che resti vivo e solido come adesso. Troppe volte l'entusiasmo si è spento, vinto da una sensazione appiccicosa di apatia e grigiore che non esito a chiamare "spleen". Stavolta voglio che resti vivo e ardente.

Sto vivendo un inaspettato ed improvviso bel momento sia sul piano umano che su quello creativo e la cosa mi piace. Ho scritto molto ed ho creato qualcosa di decente anche attraverso un altro linguaggio. 

Non mi diverto ad essere grigio, mi piacciono i colori e ben venga chi colora la mia vita. Ho bisogno di questo, ho bisogno di colori, di aria fresca e di libertà per stare bene. Sembrano cose scontate, ma non lo sono proprio per niente. Non c'è niente di scontato nella vita e tutto mi aspettavo fuorché vivere quello che sto vivendo. Pochi giorni fa c'erano le nuvole, ora no. Decisamente no.

C'è un mio amico che dice sempre che bisogna abitare la vita e riprenderla in mano: lo sto facendo ed onestamente mi sento molto meglio. Le ferite hanno bisogno di tempo per guarire, ma la strada penso che sia quella giusta.

Cosa è successo? Perché scrivo queste cose? Non mi va di metterlo in piazza, ma dico semplicemente che non sono impazzito e l'inizio del nuovo anno mi ha regalato una ventata positiva che mi sta facendo bene. 

Ci sono cose e situazione che hanno bisogno di una miccia per esplodere, ma quando esplodono... Non aggiungo altro, mi fermo qui... sto bene e voglio che duri...