lunedì 7 dicembre 2015

Esserci davvero, senza riserve

Non so risparmiarmi quando c'è da esserci. Se dico di esserci, ci sono. Altrimenti preferisco non esserci.

Non è facile esserci sempre e non sempre ci sono come vorrei, ma se mi metto in gioco lo faccio senza tirare il freno a mano. Non avrebbe senso farlo. Non ha senso esserci, ma fino ad un certo punto. Prima di esserci a metà è meglio non esserci. Se non posso esserci, preferisco dire chiaramente che non ci sono.

Questo, almeno, è quello che penso: non ha senso donarsi a metà. Certo, ci vuole la giusta dose in tutto, non si deve essere né oppressivi né assenti, ma penso che se si decide di donarsi sia fondamentale farlo a cuore aperto e fino in fondo.

Che senso ha esserci fino ad un certo punto? Non lo capisco. Se ci si dona a metà, quando poi si ha bisogno di qualcuno mi sembra ovvio che questo qualcuno ci sia altrettanto a metà. Non è detto che se ci si dona del tutto poi si riceva lo stesso trattamento, ma mi sembra poco probabile che ad un donarsi a metà corrisponda un ricevere senza riserve. Non so se mi spiego.

Certo, le delusioni ci sono e sono sempre in agguato... Ma cosa conta? Cerco sempre, nel mio piccolo e nonostante le molte delusioni avute, di metterci entusiasmo sempre nuovo nei rapporti con gli altri. Soprattutto se decido di aprire il mio cuore fino in fondo.

Non mi apro con tutti, ma se dico di aprirmi lo faccio senza riserve. Chi mi conosce lo sa e, a volte, resta sorpreso. Per me è normale esserci in questo modo. Se ci sono, ci sono così. Non mi risparmio. A costo di rimanere bruciato e di farmi male, ma non so esserci in maniera diversa.

Sono tutto fuorché un santo, anche perché i santi di solito fanno una fine poco piacevole, ma se dico di esserci, ci sono. Se dico a qualcuno "Ti voglio bene" è perché gliene voglio. Se dico a qualcuno "Ci sono, la mia spalla c'è" è perché ci sono e la mia spalla c'è. Come non so risparmiarmi, non so nemmeno fingere. Se fingessi, mi farei schifo.

Nessun commento:

Posta un commento