Spesso ci dimentichiamo
dell'importanza dei sensi. Li diamo per scontati, è inevitabile.
Siamo abituati a loro al punto che neanche avvertiamo la loro
importanza però poi succede che arriva quel momento in cui ci
accorgiamo di loro... eccome se arriva quel momento! "Arriva
all'improvviso, arriva come il mare e non sai mai da dove" come
dice una bella canzone del Banco del Mutuo Soccorso.
Nel mio
piccolo ho sempre cercato di dare importanza ai sensi, a tutti e
cinque i sensi, ma in questo momento li sto rivalutando in maniera
molto intensa come forse non avevo mai fatto in tutta la mia vita.
Penso che nelle relazioni
umane siano importanti tutti i sensi per far sì che si possa parlare
di vera conoscenza. Mi sto accorgendo sempre di più del fatto che i
rapporti con le altre persone coinvolgono in maniera potente i cinque
sensi. Non è molto diverso dall'assaporare del cibo: anche in
cucina sono coinvolti tutti i sensi, non soltanto il più evidente
ovvero il gusto.
La cucina è fatta di odori,
di palato, di colori, di contatto fisico con ciò che si mangia e che
costituisce il nostro nutrimento, di udito... La stessa cosa accade
con le persone ed anche in questo caso si tratta di nutrimento. Forse
si tratta della più alta forma di nutrimento perché arricchisce il
nostro spirito, la nostra anima, la nostra essenza, la nostra
intimità.
Godiamo delle persone che ci
danno nutrimento e che ci arricchiscono, non delle persone che non ci
trasmettono nulla. Quelle esistono nella stessa maniera in cui esiste
un piatto che non ci aggrada o che dobbiamo mangiare per obbligo.
Non sempre è possibile
nutrirsi di persone gustose, non sempre e possibile stabilire un
contatto con loro ma quando accade ecco che l'esplosione di sensi ci
pervade e stiamo bene sentendoci appagati e stimolati a nutrirsi
ancora di loro.
La cosa diventa ancora più
potente quando ci accorgiamo di avere a che fare con persone che
gustano ciò che stiamo loro donando. A quel punto il piacevere
diventa massimo e porta alla felicità di donarsi con la
consapevolezza che si offre viene gradito.
Sono sincero e dico che non
amo la compagnia di chiunque. Non mi piace avere intorno persone
tanto per il gusto di essere circondato da numeri. Preferisco il
contatto di pochi, ma che sia un contatto che mi nutre. Il contatto è
importante e non mi va di svilirlo, perciò cerco di donarmi a chi
può comprendermi.
Non è stato sempre facile
farlo ma con il passare del tempo sto rendendomi conto sempre di più
che non posso essere per chiunque e questo non è un difetto. Come
dico spesso: sono di nicchia, non sono per tutti e questo mi accorgo
sempre di più che è un pregio. Sono come certa musica: non sarò
mai mainstream, ma va bene così. Non inseguo la massa, non seguo la
corrente. Sono così, non cambio per compiacere qualcuno.
In questo periodo sto
tagliando rami secchi ed è un processo faticoso perché non rinnego
quanto di buono mi abbiano date alcune persone che ora non fanno più
parte di me (o ne fanno parte in maniera ridimensionata), sto
ridisegnando la mia vita ed è un periodo di grandi manovre che serve
e servirà a farmi crescere. Diciamo che sono come un albero che
cambia le foglia, sono un serpente che fa la muta. Esperienze forti, spesso traumatiche,
ma necessarie.
Non sono una persona che
butta via chi non gli occorre più, non lo sono mai stato e non
voglio diventare così, ma a volte è necessario sfrondare per far
riprendere vigore alla pianta. Siccome la pianta in questione sono
io, avrei piacere di non essere come certi alberi rinsecchiti che si
vedono in giro. In quel modo si muore ed io non ho troppa voglia di
morire.
Ultimamente ho
riscoperto una canzone: Nel cuore, nell'anima. Sì, proprio la
canzone di Battisti che ha cantato anche l'Equipe 84. C'è una strofa
che dice "Nel mio cuor, nell'anima tra fili d'erba vedrai ombre
lontane di gente sola che per un attimo è stata qui e che ora amo
perché se n'è andata via per lasciare un posto a te". Queste
parole sono la fotografia di quello che sta accadendo in me.
Non ho mai amato mendicare
il contatto con le altre persone e questo mi ha portato sempre di più
a dare il giusto valore a chi sceglie di starmi accanto anche se sono
pieno di difetti che cerco costantemente di migliorare.
Il contatto è importante,
oserei dire fondamentale, ed in questo momento sento di avere accanto
qualcuno che mi fa bene. Sento che finalmente sto avendo il giusto
scambio di energia con chi mi dà nutrimento e non spreca quello che offro. Non è poco. Penso che sia una delle sensazioni più belle che
abbia mai provato: non mi sento inutile. Non mi è capitato spesso di
sentirmi così. Sono contento.
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