sabato 12 marzo 2016

Canto di primavera

Spesso ci dimentichiamo dell'importanza dei sensi. Li diamo per scontati, è inevitabile. Siamo abituati a loro al punto che neanche avvertiamo la loro importanza però poi succede che arriva quel momento in cui ci accorgiamo di loro... eccome se arriva quel momento! "Arriva all'improvviso, arriva come il mare e non sai mai da dove" come dice una bella canzone del Banco del Mutuo Soccorso.
 
Nel mio piccolo ho sempre cercato di dare importanza ai sensi, a tutti e cinque i sensi, ma in questo momento li sto rivalutando in maniera molto intensa come forse non avevo mai fatto in tutta la mia vita.

Penso che nelle relazioni umane siano importanti tutti i sensi per far sì che si possa parlare di vera conoscenza. Mi sto accorgendo sempre di più del fatto che i rapporti con le altre persone coinvolgono in maniera potente i cinque sensi. Non è molto diverso dall'assaporare del cibo: anche in cucina sono coinvolti tutti i sensi, non soltanto il più evidente ovvero il gusto.

La cucina è fatta di odori, di palato, di colori, di contatto fisico con ciò che si mangia e che costituisce il nostro nutrimento, di udito... La stessa cosa accade con le persone ed anche in questo caso si tratta di nutrimento. Forse si tratta della più alta forma di nutrimento perché arricchisce il nostro spirito, la nostra anima, la nostra essenza, la nostra intimità.

Godiamo delle persone che ci danno nutrimento e che ci arricchiscono, non delle persone che non ci trasmettono nulla. Quelle esistono nella stessa maniera in cui esiste un piatto che non ci aggrada o che dobbiamo mangiare per obbligo.

Non sempre è possibile nutrirsi di persone gustose, non sempre e possibile stabilire un contatto con loro ma quando accade ecco che l'esplosione di sensi ci pervade e stiamo bene sentendoci appagati e stimolati a nutrirsi ancora di loro.

La cosa diventa ancora più potente quando ci accorgiamo di avere a che fare con persone che gustano ciò che stiamo loro donando. A quel punto il piacevere diventa massimo e porta alla felicità di donarsi con la consapevolezza che si offre viene gradito.

Sono sincero e dico che non amo la compagnia di chiunque. Non mi piace avere intorno persone tanto per il gusto di essere circondato da numeri. Preferisco il contatto di pochi, ma che sia un contatto che mi nutre. Il contatto è importante e non mi va di svilirlo, perciò cerco di donarmi a chi può comprendermi.

Non è stato sempre facile farlo ma con il passare del tempo sto rendendomi conto sempre di più che non posso essere per chiunque e questo non è un difetto. Come dico spesso: sono di nicchia, non sono per tutti e questo mi accorgo sempre di più che è un pregio. Sono come certa musica: non sarò mai mainstream, ma va bene così. Non inseguo la massa, non seguo la corrente. Sono così, non cambio per compiacere qualcuno.

In questo periodo sto tagliando rami secchi ed è un processo faticoso perché non rinnego quanto di buono mi abbiano date alcune persone che ora non fanno più parte di me (o ne fanno parte in maniera ridimensionata), sto ridisegnando la mia vita ed è un periodo di grandi manovre che serve e servirà a farmi crescere. Diciamo che sono come un albero che cambia le foglia, sono un serpente che fa la muta. Esperienze forti, spesso traumatiche, ma necessarie.

Non sono una persona che butta via chi non gli occorre più, non lo sono mai stato e non voglio diventare così, ma a volte è necessario sfrondare per far riprendere vigore alla pianta. Siccome la pianta in questione sono io, avrei piacere di non essere come certi alberi rinsecchiti che si vedono in giro. In quel modo si muore ed io non ho troppa voglia di morire.

Ultimamente ho riscoperto una canzone: Nel cuore, nell'anima. Sì, proprio la canzone di Battisti che ha cantato anche l'Equipe 84. C'è una strofa che dice "Nel mio cuor, nell'anima tra fili d'erba vedrai ombre lontane di gente sola che per un attimo è stata qui e che ora amo perché se n'è andata via per lasciare un posto a te". Queste parole sono la fotografia di quello che sta accadendo in me.

Non ho mai amato mendicare il contatto con le altre persone e questo mi ha portato sempre di più a dare il giusto valore a chi sceglie di starmi accanto anche se sono pieno di difetti che cerco costantemente di migliorare.

Il contatto è importante, oserei dire fondamentale, ed in questo momento sento di avere accanto qualcuno che mi fa bene. Sento che finalmente sto avendo il giusto scambio di energia con chi mi dà nutrimento e non spreca quello che offro. Non è poco. Penso che sia una delle sensazioni più belle che abbia mai provato: non mi sento inutile. Non mi è capitato spesso di sentirmi così. Sono contento.

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