giovedì 2 giugno 2016

2 giugno. Festa di cosa?

Settanta anni dopo vedo sempre più voglia di nomine e meno voglia di elezioni. Se questa voglia viene da un governo e da un parlamento, sinceramente sono preoccupato. 
 
Le occasioni di voto sono sempre meno ed abbiamo un Presidente del Consiglio che ha invitato a non andare a votare ad un referendum poche settimane fa: i quartieri non esistono più, le Province sono "per nomina" e non sono più elettive, il Senato sarà ridotto alla stessa stregua se vincerà la linea-Renzi al referendum di ottobre... 
 
Scusate, ma più che festeggiare la Repubblica, preferisco ricordare che durante il fascismo un ramo del parlamento era "votato" con elezioni pilotate e l'altro era costituito da nominati. Quanto somiglia alla linea-Renzi tutto questo... 
 
Inoltre (lo dico per le donne che inneggiano al duce e al fascismo) fino al 1946 le donne non potevano votare, non ne avevano diritto. Prima di inneggiare a certa robaccia, pensate che durante quel periodo non avevate diritto di parola nell'agone della politica e che il vostro caro duce diceva "Io ho sempre ragione e voi zitte, in casa a fare le brave massaie e a sfornare figli per la patria". Ogni commento penso che sia superfluo se si ha un minimo di sale in zucca.
 
Ora e sempre resistenza, ma non solo a parole e a slogan da ripetere a pappagallo il 25 aprile perché in quel giorno "bisogna" essere più partigiani come a Natale "bisogna" essere più buoni. 
 
Ora e sempre resistenza anche il 2 giugno e con gesti significativi più che con tante belle parole che non significano niente se non sono accompagnate da una concreta e costante azione partigiana fatta non soltanto di memoria ma di perpetuo ribadire che su certi valori non si transige per nessuna ragione.

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